top of page

Scritte sulla sabbia

  • Paola Maffia
  • 14 feb 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 14 feb 2024

Non l’avevo riconosciuta! Era invecchiata molto e non sembrava godere di buona salute: lo sguardo triste, la voce flebile, le spalle ricurve e quella difficoltà ad esprimersi, che non avevo mai notato in passato, non lasciavano presagire nulla di buono. La sua presenza mi fece ricordare i tristi momenti della mia infanzia, quando lei, nostra vicina, veniva a farci visita con la scusa di un caffè non appena sentiva le grida e le violenze a cui ero spesso destinata per mano della mia matrigna. Arrivava sempre al momento giusto, come rugiada in terra arida. Giusto il tempo di un caffè e la mia persecutrice, rasserenata dalla presenza della simpatica vicina, si sarebbe convinta a risparmiarmi, almeno per quel giorno.

Ora ci trovavamo l’una di fronte all’altra sul treno che ci avrebbe portate in città. Non la vedevo da almeno trent’anni ma le avevo pensato spesso. Provavo una profonda gratitudine per quella donna che ora mi sembrava così fragile, indebolita dai pesi della vita. Perché quello sguardo fisso? Perché quell’aria malinconica e rassegnata?

Come se mi avesse letto nel pensiero iniziò a raccontarmi cosa le fosse successo dopo aver lasciato l’appartamento adiacente al nostro, ed essersi trasferita in campagna, su insistenza del marito. I primi mesi fuori città erano trascorsi sereni: lei aveva trovato un lavoro nell’ufficio comunale del paesino dove si erano trasferiti ed era felice di poter contribuire alle esigenze economiche della famiglia. Purtroppo, però, quella che sembrava essere una svolta positiva nella sua esistenza, divenne ben presto un incubo che l’avrebbe segnata a vita.


***

Accerchiata da quei lupi famelici, fu portata di peso davanti al Maestro, che sembrava troppo impegnato a scrivere sulla sabbia e pareva non curarsi né di lei, né delle provocazioni da parte dei suoi accusatori. Non sapeva più che pensare, tremava dalla paura e dalla vergogna. Non era l’opinione altrui a spaventarla, ma qualcosa di più profondo, a cui non riusciva dare un nome. Chi li aveva informati? Come era stato possibile che sapessero dove trovarla, per coglierla sul fatto? Quanto tempo ancora, prima di subire l’orrore della lapidazione? L’attesa aveva un sapore ancora più amaro della pena.


***

L’uomo autoritario che aveva sposato, a cui aveva dato ben quattro figli, si faceva ogni giorno più geloso, soprattutto da quando lei aveva trovato lavoro, ed era diventato ossessionante: convinto che la moglie lo tradisse con un collega, la controllava in continuazione. Le impediva di uscire al di fuori degli orari di lavoro e, per accertarsi che lei non avesse usato l’auto in sua assenza, al suo ritorno a casa, toccava il cofano dell’utilitaria della donna, per assicurarsi che il motore fosse freddo. “Hai trovato un amichetto al lavoro, visto che ti agghindi ogni volta che vai in ufficio?” le chiedeva con fare arrogante. “Mi vuoi rendere lo zimbello del paese? Qui le persone parlano e le cose si vengono a sapere” le ripeteva. A nulla valevano le parole della donna, che respingeva con forza qualsiasi accusa.


***

I suoi detrattori sembravano odiare più l’uomo di Dio che lei. Aveva la sensazione di essergli stata portata dinnanzi con un pretesto: quello di coglierlo in fallo in qualche modo, ma non riusciva a capirne esattamente il motivo. Eppure era lei ad aver sbagliato, ne era consapevole, e più osservava quell’uomo saggio, più si sentiva sporca, avvolta da un fango appiccicoso che neppure l’acqua del Giordano sarebbe riuscita a eliminare.

Che stolta era stata! Se solo avesse permesso al dito di YHWH di imprimere la legge sul suo cuore!


***

Quella sera, a cena dalla suocera, la tensione si poteva tagliare col coltello, e quando fu il momento di accomiatarsi, il marito le disse che i figli sarebbero restati a dormire dalla nonna e loro sarebbero rimasti finalmente un po’ soli.  In auto si aggiunse anche il cognato, senza dare spiegazioni, ma lo sguardo complice fra i due fratelli era fin troppo eloquente. La donna avrebbe voluto gridare, avrebbe voluto scappare ma sapeva fin troppo bene di essere in trappola. Quando l’auto imboccò la stradina che portava al vecchio castello abbandonato, brividi di paura iniziarono a percorrerle la schiena. Non c’era più nulla da fare. I suoi ultimi pensieri furono per i suoi bambini: chi si sarebbe occupato di loro? Nessuno li avrebbe amati tanto quanto lei.

 

***

“Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”. Le Sue parole parvero entrare nella coscienza degli scribi e dei farisei con la stessa efficacia di una lama a doppio taglio. Gli uomini impallidirono e, come penetrati da parte a parte da una spada acuminata, se ne andarono; gli anziani lasciarono per primi la scena, pieni di vergogna, consapevoli dei tanti peccati incancreniti negli anni che non avevano voluto abbandonare

 

***

Giunti presso le rovine del castello, lontani da occhi indiscreti, i due fratelli la fecero uscire a forza dall’auto e iniziarono a dare sfogo alla loro rabbia: quella donna doveva pagare per aver disonorato la famiglia e i due vigliacchi le avrebbero dato una lezione che lei non avrebbe mai più dimenticato. Non seppe più raccontarmi cosa avvenne dopo, la sua difficoltà nell’esprimersi e la sua voce rotta dall’emozione glielo impedirono, ma non fu difficile immaginarlo. Mi raccontò che, dopo aver perso i sensi, si risvegliò in ospedale. “Emorragia cerebrale”, le avevano sussurrato i medici, e lei cadde di nuovo in un sonno profondo dal quale sperava di non destarsi mai più .


***

 

Erano rimasti soli: lei e l’uomo di Dio. La paura della donna era svanita ma la vergogna non l’aveva abbandonata. Si sentì di colpo inadeguata, come chi si presenta ad un ricevimento nuziale vestito di stracci.

 “Neppure io ti condanno, va’ e non peccare più”, le disse. Quelle parole la toccarono nell’intimo e lei sentì un fremito nello spirito, come se il dito di YHWH stesse scrivendo la legge sulle tavole del suo cuore.

“Neppure io ti condanno, va’ e non peccare più”.



(racconto tratto da una storia vera)


Paola Maffia

5 Comments


Romina Klaudia
Romina Klaudia
Feb 23, 2024

Ancora! Ancora!! 😊

Like
paolamaf4
Feb 24, 2024
Replying to

🤩🤩🤩

Like

Martina Damone
Martina Damone
Feb 19, 2024

L’amore di Dio, che ci accoglie così come siamo e ci trasforma da schiavi a liberi🤍🤍🤍

Like
paolamaf4
Feb 19, 2024
Replying to

💖💖

Like

Ire
Ire
Feb 16, 2024

💖

Like
Vasi di Terra organizza periodicamente
Studi Biblici di gruppo.
Sei interessato ?
Vuoi partecipare ?
Compila il modulo e ti
faremo sapere il calendario previsto.
Ti aspettiamo !
  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube

Grazie per il supporto!

Desideri sostenere Vasi di Terra?

Dona attraverso PayPal

paola.maf4@gmail.com 

DonazioniVasiDiTerra-Paypal

© 2023 - Made with Passion by Web by Step

bottom of page